• Le "Madri" della Ricostruzione italiana

    Le 'Madri' della Ricostruzione italiana Dalle macerie della II guerra mondiale emergono le donne protagoniste della Ricostruzione politica, economica e culturale dell’Italia. Casalinghe, operaie, politiche, contadine, insegnanti, giornaliste, sindacaliste e soggetti collettivi, come le associazioni femminili (i Gdd, il Cif, l’Udi), avanzano in un difficile percorso di emancipazione, imprimendo i segni del generare simbolico e della cura femminile nello spazio pubblico del Paese sconvolto dalla guerra. Storia di genere e storia generale convergono in un quadro olistico complesso, in cui le donne a volte rivestono un ruolo marginale, a volte centrale, ma mai insignificante. Nonostante le contraddizioni e le lacerazioni, le italiane del secondo dopoguerra non si arrestano e, lottando contro resistenze e pregiudizi misogini di un patriarcato ancora persistente, tentano di ricostruire se stesse nella tensione fra pubblico e privato, fra tradizione e innovazione, e di offrire un importante contributo per ricostruire le istituzioni, la politica, l’economia, il sindacato, la cultura. Moltissime elargiscono la loro cura con un impegno totalizzante, alcune col sacrificio della propria vita e tutte, figure note e masse di donne ignote, meritano legittimamente di essere riconosciute come Madri della Ricostruzione italiana.

    „Mirella Leone, Le "Madri" della Ricostruzione italiana. pp. 449, Quiedit editore, 2021“

    Quiedit editore

Le
Locandina Casa Della Memoria
Donne Costituenti 750x375@2x
Donne costituenti
LOC Libreria Donne 3
Casa Dell MRoma

Recensione di PIERO BADALONI, giornalista e scrittore

Nell’immediato dopoguerra, le battaglie portate avanti da alcune figure femminili del mondo politico, sociale e culturale, su cui si concentra l’attenzione di Mirella Leone nel suo libro molto interessante, Le Madri della Ricostruzione italiana (1945-1960), si sono caratterizzate per la conquista di spazi fino ad allora riservati in modo quasi esclusivo agli uomini, dai partiti alle fabbriche, dal sindacato ai mezzi di comunicazione. Non c’è dubbio che molti passi in avanti da allora ad oggi sono stati fatti, ma ancora ce n’è di strada da percorrere per raggiungere una effettiva parità salariale e un vero equilibrio nelle responsabilità dirigenziali in tutti i campi.
Proprio per questo è importante conoscere da vicino, come ci consente di fare Mirella Leone, chi, dove e come si è impegnata di più nel mondo femminile per i diritti delle donne, nei difficili anni della ricostruzione del nostro Paese dopo la seconda guerra mondiale.
Importante, anche e soprattutto perchè cresca una sensibilità su questi temi nel mondo maschile, ancora troppo scarsa e condizionata da troppi pregiudizi, che impediscono una partecipazione attiva alle battaglie delle donne per una effettiva parità di diritti.
Un messaggio molto significativo perchè venga abbattuto questo muro di diffidenza, è arrivato poco tempo fa da Papa Francesco: per la prima volta il pontefice, nella celebrazione della lavanda dei piedi, il giovedì santo di quest’anno, ha voluto che ci fossero anche quelli delle donne. Un gesto di coraggio non solo liturgico.


Recensione di FRANCESCA IZZO
(prof. Storia delle dottrine politiche e Filosofia della politica)

"Il punto di vista adottato da Mirella le consente di usare la semantica della maternità- madri, maternage , materno, cura, ecc.- e un taglio storiografico “femminista” che tra l’altro si è venuto arricchendo e raffinando negli ultimi decenni (vedi i testi di Anna Bravo citati da Mirella, Donne e uomini nelle guerre mondiali(2008) e In guerra senz’armi(1995) entrambi Laterza).
Il punto di vista femminista dicevo ma non basta ,femminismo della differenza (non dell’assimilazione, preferisco usare questo termine al posto di uguaglianza perché può ingenerare equivoci) che ribalta un modo tradizionale di raccontare la storia delle donne che hanno contribuito a fare l’Italia repubblicana: ovvero come e quanto le donne si sono comportate, hanno agito, hanno pensato come gli uomini (combattendo da partigiane, agendo da dirigenti politiche che sposano l’ottica maschile per decidere ciò che conta, che è importante nella storia).
Mirella invece ci parla dell’importanza decisiva, letteralmente vitale, dell’azione quotidiana delle donne, di tutte le donne, della loro cura per la sopravvivenza, assume un punto di vista di genere che “consiste nella cura femminile che si esplica, in molte situazioni e in differenti settori, come maternage” .Alcune sono state poi capaci di interpretare e trasferire sul piano pubblico e istituzionale questa comune attività costruttiva e ricostruttiva femminile.”
Il presupposto è il riconoscimento di una maternità simbolica che viene espressa nello spazio pubblico, mentre quella fisica ha il suo topos nel privato, nelle mura domestiche”.


Recensione di MARIA PAOLA FIORENSOLI, giornalista e storica
Mirella Leone, già professora liceale di Storia e Filosofia a Verona ed Esercitatrice di filosofia" presso quella Università, utilizza la sua riconosciuta facilità di scrittura e l’esperienza nel trattare nella scuola e con le donne - contandosi tra le fondatrici della sezione locale del "Circolo della Rosa" – le tematiche di genere, per riempire lo scenario del periodo prescelto di protagoniste rintracciate, trasversalmente, in tutti gli ambiti, situazioni e ceti.
Il libro, Le Madri della Ricostruzione italiana (1945-1960) è diviso in tre parti (Ricostruzione politica; Economica; Cultura), con Appendice dedicata all’approfondimento biografico delle 21 Madri costituenti, è opera nel solco della lezione degli Studi di genere.
La cura che caratterizza il lavoro è quella delle Italiane di cui narra, impegnate nella scena domestica, affettiva, politica.
Il prezzo altissimo pagato da tante e troppo spesso dimenticato è uno degli aspetti più introiettivi del libro attraversato da una sorta di “riconoscenza” e di “riscatto”, tutte meritevoli del titolo di “Madri della Ricostruzione Italiana”. Le generazioni successive al 1960 come ne hanno assorbito l’insegnamento, ne hanno riconosciuto il valore, l’hanno reso identitario a loro stesse e a quelle che a loro volta hanno generato? Questo libro contribuisce al bilancio epocale, di genere, dell’Italia del dopoguerra e e di cosa le donne hanno consegnato all’attuale.